LA “SCUOLA REFFO” DI TORINO
Enrico Reffo

Autoritratto
Enrico Reffo
(Torino,
1831
– 1917)
è stato un
pittore
italiano.
È
stato un importante pittore religioso
piemontese ed
uno dei più importanti talenti della pittura sacra.
Dirigeva nel
Collegio Artigianelli
a Torino
una scuola di pittura e scultura.
Tra i suoi allievi più importanti si ricordano Luigi
Guglielmino,
Michele Baretta,
Pietro
Favaro.
Si conservano delle sue
opere:
a Torino
Chiesa
di San Giovanni Evangelista (Torino)
in Corso
Vittorio Emanuele II,
pitture della navata del presbiterio e dell'abside
Chiesa
di san Dalmazzo
in via
Garibaldi:
tutta la decorazione murale interna è sua opera con i suoi
allievi
Chiesa
di San Filippo Neri
in via Maria Vittoria, dipinto di Madonna in trono e santi
Chiesa
Nostra Signora della Salute
in via Chiesa della Salute, dipinto della Madonna della salute
a Vigone
nella Chiesa di Santa Maria del Borgo
a
Volpiano nella
chiesa parrocchiale
a
Pinerolo nel
museo diocesano vi sono alcune pitture del Reffo e della sua
scuola.
Nel Collegio Artigianelli
una mostra presenta in originale o in copia alcuni lavori del
maestro e dei suoi allievi.
È sepolto nel
Cimitero monumentale di Torino
(Ampliazione Primitivo SUD - Nicchione 67 - Manufatto 0002).
10° Anniversario della
scomparsa del pittore Maestro Pietro Favaro

Pietro Favaro nasce a
Stanghella il 29 settembre 1912. Nel corso degli anni, frequenta
la Scuola d'arte Sacra "E. Reffo" di Torino e nel 1962 ne
diventa Direttore; è allievo del Prof. Luigi Guglielmino e in
breve tempo diventa un suo assiduo collaboratore frequentando
l'accademia Albertina di Torino.
Nonostante egli abbia dipinto e disegnato di tutto, dal
paesaggio, alla natura morta, al nudo accademico, i temi da lui
più amati sono indubbiamente l'arte sacra e il ritratto.
Le sue opere si trovino in numerose città italiane ed estere:
per citare solo i lavori più importanti, nel Santuario di S.
Giovanni Bosco di Bombay in India, a Bogotà in Columbia,
nell'America del Nord, oltre che nel Santuario di S. Giuseppe
Vesuviano (Na), e nel duomo di Enego (Vi). Sono lavori
consistenti per vastità ed impegno. Sue opere si trovano anche a
Catania, Vercelli, Roma, (Parrocchia Sant’Alessandro sulla via
Nomentana), Palermo e naturalmente a Torino.
Nel 1988 dedica la sua attività al paese natìo, eseguendo grandi
composizioni corali nella chiesa Parrocchiale di Stanghella,
altre opere invece, sono esposte presso la pinacoteca a lui
intitolata nata nel 1993, grazie alla donazione che il maestro
ha fatto al Comune di Stanghella, chiara testimonianza
dell'amore che ha sempre nutrito per le sue radici.
Vive i suoi ultimi anni a Torino con la figlia e nel periodo
estivo ritorna a Stanghella, dove incontra amici e parenti, fino
a quando colpito da grave malattia, il 7 maggio del 2000, muore
all'età di 88 anni.
E' sepolto nel Cimitero di Stanghella vicino alla moglie
Carolina.
Il Maestro di Stanghella
di Rosetta Menarello
Ventaglio n. 42 - Gennaio 2011
ARTEOGGI
E’ un autoritratto del Maestro ad accogliere i visitatori della
Pinacoteca “Favaro” allestita in un’ampia sala del Museum in
piazza Pighin a Stanghella. Il dipinto ritrae l’artista con
l’eccellente realismo che ne caratterizza le opere conferendo a
ciascuna uno speciale soffio di vita.
In questo piccolo quadro vi è tutta la personalità di Pietro
Favaro racchiusa nello spazio della cornice. Il volto ha
un’espressione decisa nella quale gli occhi seri ed attenti
esprimono una innata e profonda tensione verso il mondo con la
sua miriade di aspetti. Tra le mani l’immancabile pennello:
strumento che il Maestro ha saputo usare con raffinata abilità.
Nato a Stanghella il 29 settembre 1912, è il primogenito di
Giovanni ed Amelia Miatton e fin da bambino evidenzia una grande
attitudine per il disegno e la raffigurazione. L’ambiente, umile
ma estremamente attivo e creativo della bottega artigiana
condotta dal padre, è sicuramente per il piccolo Pietro un input
iniziale e prezioso per l’acquisizione dell’abilità formale
richiesta dalla pittura.
Allo scopo di garantire un più solido futuro ai figli, Giovanni
ed Amelia si trasferiscono a Milano dove il lavoro è garantito,
e per Pietro inizia la partecipazione ai corsi di pittura con
l’aiuto dello zio Fruttuoso.
La passione per la pittura si fa sempre più consistente, tanto
che Pietro Favaro decide di frequentare la Scuola d’arte sacra
“E. Reffo” a Torino e ben presto si qualifica come uno dei
migliori allievi del Prof. Luigi Guglielmino del quale diverrà
in breve un prezioso collaboratore. Fioriscono in questo periodo
giovanile tutte le potenzialità custodite nell’artista che
diventano realtà nelle opere eseguite.
Una brusca frenata alla sua attività artistica è rappresentata
dallo scoppio della 2a guerra mondiale, quando Pietro Favaro è
arruolato. Tra congedi e richiami più volte riesce a rifugiarsi
a Stanghella tra il ‘43 ed il ‘45. Rafforza in questa dolorosa
occasione il legame mai interrotto col paese natale del quale
conserva ricordi mai cancellati, che saranno presenti in
situazioni e personaggi dei suoi dipinti.
Nel 1946 sposa Carolina Careglio che sarà madre di Renata, unica
figlia del pittore la cui arte va via via affermandosi.
I soggetti rappresentati nei suoi quadri spaziano dal paesaggio
alla natura morta, dal nudo accademico al ritratto. E’ tuttavia
l’arte sacra il suo “fiore all’occhiello” poiché, attraverso di
essa, realizza una vera catechesi: la stessa compiuta dagli
Autori classici sulle pareti delle antiche chiese.
E’ nel 1988 che Pietro Favaro inizia un autentico atto d’amore
verso il paese natale perché esegue gli imponenti cicli
pittorici che si possono ammirare nella chiesa parrocchiale di
Stanghella dedicata a Santa Caterina d’Alessandria.
Il pittore lavora sulle pareti durante l’estate fino al 1991. E’
un periodo d’impegno intenso, passionale nel quale emergono e si
materializzano tutte le sue capacità artistico-espressive.
E’ una concreta e commovente eredità che egli lascia al paese ed
a quanti desiderano ammirare le gigantesche raffigurazioni
realizzate sulle pareti della chiesa.
Le composizioni iniziano con una stupenda natività nella quale
scaturisce una luce viva e nel contempo soffusa. E’ quella
emanata dal soggetto centrale: Gesù, intorno al quale ruotano
tutti i personaggi del presepe animati da un delicato dinamismo
che induce all’adorazione.
Particolarmente coinvolgente si rivela la morte sul Calvario e
la Resurrezione di Cristo. E’ un dipinto meraviglioso nel quale
viene realizzata la struttura triangolare della pittura classica
che pone al vertice Gesù morente verso il quale si muove,
creando i lati, una folla simbolo dell’umanità intera tesa verso
la salvezza.
Qui sono presenti i volti familiari... C’è la nonna che prega
con le mani giunte, la sorella volta alla croce, il pittore
stesso con la tavolozza ed il pennello. E non manca un grazioso
cagnolino nero che è parte della creazione e riporta alla
tradizione dei grandi classici che inserivano gli animali nei
loro dipinti.
Il ciclo pittorico continua con la Pentecoste completandosi con
il martirio di Santa Caterina e l’adorazione della Madonna del
Carmelo.
Piccolo e prezioso
gioiello è l’Ultima Cena incastonata nell’altare delle
celebrazioni con il quale il Maestro sembra siglare la serie di
dipinti che conferiscono alla chiesa di Stanghella un autentico
valore artistico.
Animato da una profonda fede ed una inossidabile voglia di
vivere, il Maestro Favaro lavora con un entusiasmo che si
tramuta in una eccezionale forza espressiva trasmessa attraverso
la forma, il dinamismo delle figure, il raffinato senso
cromatico.
Sono queste infatti le caratteristiche riconoscibili nella ricca
collezione di opere (66) esposte nella pinacoteca. E’ qui che si
ammirano i volti familiari, gli studi accademici, i paesaggi, le
nature morte, le stupende composizioni floreali, le dolcissime
Madonne dalla delicatezza raffaelliana. E’ qui che Pietro Favaro
è presente anche dopo la sua scomparsa avvenuta il 7 maggio del
2000.
A questo Artista, dotato di una indiscussa sensibilità
espressiva e di un’assoluta padronanza della luce e del colore,
Stanghella rende onore annoverandolo tra le personalità che,
attraverso l’arte, hanno reso più bello il mondo.
NOTA
La pinacoteca “P. Favaro” si sviluppa in più sale, nelle quali
si possono ammirare opere di altri valenti autori che qui hanno
esposto a cura dell’Associazione Culturale “Athesis”, che ne ha
avuto la gestione dal 1993 garantendone la cura e l’adeguata
valorizzazione con mostre e concorsi d’arte.
All'interno della
Chiesa un Quadro (1922) della Vergine Maria invocata sotto il
titolo di
Mater Pietatis (dono
della Famiglia Paolucci).
Pregevole, l’opera
della Pietà lignea collocata all'ingresso della Chiesa nella
Cappella del battistero (Ditta romana Rosa e
Zanazio).